Segnaliamo ai nostri lettori, non senza una punta di invidia, la crescente poliedricità di Enzo Biagi sul Corriere della Sera. Ieri, 27 febbraio 2005, pagina 1: “Penso a Karol Wojtyla ragazzo, cresciuto in un lontano villaggio, la parrocchia e l’osteria, i campi di segala e i malinconici canneti, i cieli della Polonia, la polvere delle cantorie, i volti duri dei santi, il profumo della cera che brucia e dell’incenso che svanisce, e una sera, recitate come sempre le preghiere, la chiamata di Dio: “Lascerai tutto, anche tua madre”. Obbedì”.
Giovedì 14 novembre 2002, pagina 1: “Penso a Karol Wojtyla ragazzo, orfano della madre, cresciuto in un lontano villaggio, la parrocchia e l’osteria, i campi di segala e i malinconici canneti, i cieli della Polonia, la polvere delle cantorie, i volti duri dei santi, il profumo della cera che brucia e dell’incenso che svanisce e, una sera, recitate le preghiere, la chiamata di Dio: “Lascerai tutto”. Obbedì”.
Domenica 19 maggio 2002, pagina 1: “Penso al ragazzo Karol, cresciuto in un lontano villaggio, la parrocchia e l’osteria, i campi di segala e i malinconici canneti, i cieli della Polonia, la polvere delle cantorie, i volti duri dei santi, il profumo della cera che brucia e dell’incenso che svanisce e, una sera, recitate le preghiere, la chiamata di Dio: “Lascerai tutto, anche tua madre”. Obbedì”.
Giovedì 10 maggio 2001, pagina 2: “Penso a Karol Wojtyla: non al Pontefice, ma al ragazzo cresciuto in un lontano villaggio, la parrocchia e l’osteria, i campi di segala e i malinconici canneti, i cieli della Polonia, la polvere delle cantorie, i volti duri dei santi, il profumo della cera che brucia e dell’incenso che svanisce e, una sera, recitate le orazioni, la chiamata di Dio: lascerai tutto: anche tua madre”. Obbedì”.
Mercoledì 9 ottobre 1996, pagina 1: “Penso a Karol Wojtyla; non al Papa, ma al ragazzo cresciuto in un lontano villaggio, la parrocchia e l’osteria, i campi di segala e i malinconici canneti, i cieli della Polonia, la polvere delle cantorie, i volti duri dei santi, il profumo della cera che brucia e dell’incenso che svanisce e, una sera, recitate le orazioni, la chiamata di Dio: lascerai tutto: anche tua madre”. Obbedì”. E qui ci fermiamo, perché ci risulta che abbiano telefonato in via Solferino da Cracovia dicendo che nel frattempo le cantorie sono state finalmente spolverate.