lunedì 19 ottobre 2009

Tarcisio: l’onnipotente che comanda in Vaticano


    Le prime tre stagioni sono state in salita. Ma dopo la campagna acquisti estiva la squadra del segretario di Stato è pronta a guidare il campionato. Tra luglio e settembre ha completato il suo “dream team” con tre uomini di fiducia: lo statunitense Peter Brian Wells nel ruolo di assessore, gli italiani Luciano Suriani ed Ettore Balestrerorispettivamente delegato per le nunziature e sottosegretario per i rapporti con gli stati.

    In più Bertone è riuscito nell’operazione fallita al suo pur potente predecessore, Angelo Sodano: sostituire il presidente dello Ior, la banca vaticana. Con un anno e mezzo di anticipo sulla scadenza del mandato, Angelo Caloia e di tutto il gotha della finanza lombarda, ha dovuto cedere il posto. Così anche le chiavi della cassaforte sono ora al sicuro nelle mani del segretario di Stato. Tre anni fa Bertone era arrivato da Genova, guardato con diffidenza dai diplomatici di carriera della curia vaticana.

    Sabato 3 ottobre, invece, il personale della segreteria di Stato al completo rendeva omaggio al porporato che prendeva possesso del titolo della chiesa di . Una cerimonia semplice ma dal messaggio simbolico: Bertone ormai è saldamente al comando della macchina vaticana.

    Si apre così la seconda fase del pontificato di Benedetto XVI. Il Papa si depordica all’essenziale: il magistero e l’annuncio di Dio. Il segretario di Stato si occupa del governo quotidiano della Chiesa universale. Basta dare un’occhiata all’agenda di Joseph Ratzinger per rendersi conto della trasformazione. Abolite o quasi le udienze pomeridiane, Benedetto XVI resta nel suo studio a terminare il secondo volume suGesù di Nazareth. Uscita prevista la prossima primavera. Nel frattempo, d’intesa con il Papa, Bertone ha deciso che non sarà più la , con un utile stimato di 12 milioni di euro per le casse vaticane.

    Mentre Ratzinger scrive nel suo studio, poco più in là, nella terza loggia, Bertone è con il sostituto, Fernando Filoni: passano in rassegna gli appuntamenti di Benedetto XVI, fanno il punto sui lavori del sinodo dei vescovi, preparano i viaggi papali (il prossimo sarà a Brescia, l’8 novembre). La svolta bertoniana è maturata l’estate scorsa, anche a seguito della caduta del Papa il 17 luglio a Les Combes, con la frattura del polso. Quelpiccolo incidente è stato un campanello d’allarme per l’entourage di Ratzinger che nel 1992 a Bressanone aveva avuto una caduta simile, causata forse da un leggero ictus che due giorni dopo l’incidente di Les Combes: nonostante la frattura e l’intervento chirurgico, Benedetto XVI ha voluto recarsi nel paese natale di Bertone, Romano Canavese, per recitare l’Angelus e pranzare con i suoi familiari.

    Ma da buon sportivo e abile conoscitore della curia, il porporato si è accontentato di vincere senza stravincere. Perciò ha offerto unarmistizio ai più stretti collaboratori di Ratzinger con i quali, nei mesi precedenti, c’erano stati malintesi e dissapori: il segretario personale del Papa, Georg Gaenswein, e il sostituto Filoni. Pace suggellata da due nomine decise di comune accordo: il sottosegretario Balestrero che, oltre a essere uno fra i più promettenti diplomatici della Santa sede, è anche tra gli amici più cari di Gaenswein; e l’assessore Wells, indicato dallo stesso Filoni. La pax bertoniana coinvolge pure i movimenti ecclesiali che hanno ottenuto una sorta di ripartizione delle sfere di influenza: accanto al Papa ci sono le Memores Domini alle quali è stata affidata la cura dell’appartamento pontificio; la segretaria personale di Bertone, Eurosia Bertolassi, detta Rosy, appartiene invece al Movimento dei focolari.

    Filoni, infine, è legato al cammino neocatecumenale. Il prossimo 2 dicembre Bertone compirà 75 anni e sarà costretto a presentare le dimissioni, ma il Papa gli chiederà di restare. Eppure, c’è qualcosa che turba i sonni del segretario di Stato: il 18 gennaio il gup di Genova Franca Borzone dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di Giuseppe Profiti, presidente dell’ospedale Bambino Gesù, di proprietà del Vaticano.Braccio destro di Bertone, Profiti è accusato di turbativa d’astanell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati per le mense del capoluogo ligure. All’epoca dei fatti Profiti era vicepresidente dell’, e Bertone era arcivescovo.

    Sia il segretario di Stato sia l’attuale arcivescovo di Genova e, vengono nominati almeno una quarantina di volte nelle intercettazioni telefoniche sulla “mensopoli”genovese che ha travolto politici e amministratori locali. Ma la procura di Genova, almeno finora, non ha interrogato gli ecclesiastici. Finito agli arresti domiciliari, Profiti ha presentato le dimissioni dal Bambino Gesù, respinte da Bertone che gli ha pubblicamente rinnovato stima e fiducia. La decisione del gup di Genova arriva alla vigilia del rinnovo del consiglio di amministrazione del Bambino Gesù. La leadership bertoniana è in mano ai magistrati di Genova.

    di Ignazio Ingrao,

    Panorama 12 ottobre 2009


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