venerdì 11 dicembre 2009

I manuali dei licei e piazza Fontana. Scompare il nome di Calabresi

Il commissario Luigi Calabresi

Solo uno su sette cita l’omicidio del commissario, il 17 maggio 1972. E pochi ricordano Valpreda e Pinelli. Se il dovere della memoria si impara sui banchi di scuola, i manuali di storia non sempre sono buoni viatici. Su sette testi sul Novecento de stinati ai diciottenni che devo no arrivare alla maturità prepa rati anche sulla strage di Piazza Fontana, che il 12 dicembre 1969 segnò una svolta nella vi ta del nostro Paese, soltanto due parlano di Giuseppe Pinel li, il ferroviere anarchico preci pitato dopo tre giorni di interro gatori da una finestra al quarto piano della questura di Milano. E uno soltanto cita il nome del commissario Luigi Calabresi, che aveva interrogato Pinelli e, al termine di una campagna dif famatoria, venne ucciso il 17 maggio 1972 da un commando terroristico. Il metodo della nostra picco la indagine è empirico e di buon senso: abbiamo acquista to una copia dei più diffusi ma nuali adottati.

L’unico dei libri analizzati a parlare di Calabresi è il terzo volume della Storia del mondo moderno e contempo raneo di Adriano Prosperi e Pao lo Viola, edito dalla Einaudi Scuola. Questo digesto, tra i più accreditati per il prestigio degli autori, presenta così la morte dell’anarchico Pinelli: «Giuseppe Pinelli (1944-1969), durante un interrogatorio in questura cadde da una finestra e morì. La sinistra ha sempre ri tenuto che sia stato spinto dai poliziotti». Notare che gli auto ri riportano la versione di una generica sinistra, non le conclu sioni dell’inchiesta di Gerardo D’Ambrosio, magistrato di sini stra che parlò di probabile «ma lore attivo». Gli stessi Prosperi e Viola ar rivano quindi al caso del «com missario Luigi Calabresi (1937-1972), secondo l’estre ma sinistra responsabile della morte di Pinelli». E poi al pro cesso contro gli ex di Lotta Con­tinua Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietroste fani, accusati dell’omicidio Cala bresi e condannati, dopo vari gradi di giudizio: «Il processo, fondato su una sola testimo nianza — quella del pentito Leo nardo Marino — sollevò molte perplessità in una parte consi stente dell’opinione pubblica».

L’unico dei sette manuali da noi analizzati a ricordare assie me le vittime Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi lo fa seguendo la vulgata di sinistra. E gli altri manuali? Uno dei più diffusi ed equilibrati, il ter zo volume dei Nuovi profili sto rici di Andrea Giardina, Giovan ni Sabbatucci e Vittorio Vidot to, inquadra la strage di piazza Fontana in un capitolo dedica to alla crisi del centrosinistra. Si parla di «strategia della ten sione », della matrice di «estre ma destra» e delle «pesanti re sponsabilità dei servizi di sicu rezza nel deviare le indagini ver so un’improbabile 'pista anar chica ' ». Ma Pinelli, Valpreda e Calabresi, nomi simbolo e vitti me di una stagione della nostra storia recente, non vengono mai citati. Così avviene nella quarta edizione degli Elementi di storia - XX secolo di Augusto Camera e Renato Fabietti (Zani chelli), nel terzo volume de La storia al presente di Giovanni De Luna, Marco Meriggi e Giu seppe Albertoni (Paravia), in Le voci della storia di Antonio Brancati e Trebi Pagliarani (La Nuova Italia). Francesco Maria Feltri, Maria Manuela Bertazzo ni e Franca Neri, autori di I gior ni e le idee (Sei), fanno i nomi di Pinelli e Valpreda, ma non quello di Calabresi. Infine Mar co Fossati, Giorgio Luppi, Emi lio Zanette in Passato e presen­te (Bruno Mondadori) si ricor dano di Valpreda, non di Pinelli e Calabresi.

La storia non è cronaca, ma perché tutti parlano di Bartolo meo Vanzetti e Nicola Sacco e pochi di Pinelli e Valpreda? Il ca so di Sacco e Vanzetti, anarchici italiani giustiziati a Charleston negli Stati Uniti il 23 agosto 1927, sollevò all’epoca un gran de clamore in tutto il mondo, ma forse che i destini di Pinelli, Valpreda e Calabresi non sono emblematici della nostra storia nazionale? Ciascun volume infine dà una diversa interpretazione dei fatti. Cosa legittima, ma perché ognuno fornisce cifre diverse su piazza Fontana? Il Camera Fabietti parla di 16 morti e 80 feriti, il De Luna Meriggi Alber toni di 16 morti e 90 feriti, Fos sati Luppi Zanette di 16 morti e un centinaio di feriti, Giardina Sabbatucci Vidotto parlano cor rettamente di 17 morti. La preci sione sui dati sarebbe indice di rispetto verso la memoria delle vittime.

Dino Messina, Corriere della Sera

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