sabato 14 giugno 2008

Del mangiar bambini

Sono seduto in treno leggendo il giornale quando un signore vicino attacca discorso: “Ma ha letto in che tempi viviamo? Avrà ben letto oggi, quello che ha ucciso la moglie incinta. E quei due che qualche mese fa hanno massacrato la famiglia dei vicini solo perché tenevano la radio un poco alta? E la prostituta romena che infila un ombrello nell’occhio di una ragazza per un litigio da nulla? E quante madri negli ultimi tempi non hanno ucciso i figli? E quello che ha ammazzato la figlia (neanche a dirlo, extracomunitario e musulmano per giunta) per impedirle di spossare un cristiano? E andando un poco indietro, la ragazza di Novi che ha massacrato madre e fratellino piccolo? E quelli che hanno rapito il bambino del vicino e poi l’hanno ammazzato perché piangeva? Ma che cosa sta succedendo?”.

Io gli faccio osservare che evidentemente non sa tutto. Se avesse letto con attenzione quello che ho letto io (magari su Internet) si renderebbe conto che la lista non si ferma lì.

Ha letto quella storia di Piacenza? Per ingraziarsi chi doveva assicurargli il successo della sua impresa, un tale Mennini gli consegna la figlia, sapendo benissimo che quello non ha scrupoli e ne farà scempio, poi se ne parte tranquillo come un papa per il suo viaggio d’affari. Nel frattempo, siccome il marito è lontano, un gigolò di belle speranze, tale Egidi, si mette a consolare la signora Mennini, ne diventa l’amante, attacca il cappello al chiodo, e quando il Mennini ritorna dal suo viaggio lo ammazza, e con la collaborazione della signora. Danno la colpa a non si sa chi, si fanno vedere a piangere al funerale, ma il figlio Mennini mangia la foglia, torna dall’estero dove faceva il suo Erasmus, ammazza l’Egidi e poi non contento ammazza anche la madre (e tra l’altro è la sorella che cerca di salvarlo fornendo falsi indizi agli inquirenti). Che roba, che roba, sospira il signore.

E la signora Medi di Molfetta? Il marito la pianta, lei per vendicarsi, siccome sa che è attaccatissimo ai figli, glieli ammazza. “Davvero non c’è più religione, altro che tagliarsi i testicoli per far dispetto alla moglie, questa ammazza il sangue del suo sangue per far rabbia al marito”, si lamenta il mio vicino, “ma sono madri queste? Io dico che è l’influenza della televisione e di questi programmi violenti fati dai comunisti”. Incalzo. Forse il signore non ha letto la vicenda di quel Croni di Saturnia che prima, non ricordo se per ragioni di eredità o altro, taglia i testicoli a suo padre, poi – siccome non vuole figli e con qualche ragione, visto l’esperienza che ha fatto del rapporto filiale – fa abortire la moglie e si mangia i poveri feti. Dice il signore: “Forse era affiliato a una setta satanica, magari da giovane buttava massi dai ponti dell’autostrada, e magari in paese tutti lo consideravano una persona per bene. Ma per forza, proprio sul giornale che sta leggendo lei ora si fa l’elogio dell’aborto e del matrimonio tra travestiti …”.

Guardi, gli dico, che però la maggior parte dei delitti sessuali oggi viene compiuta all’interno del nucleo familiare. Avrà pure sentito dire di quel Lai di Battipaglia, ce viene ucciso da suo figlio, poi il figlio si mette con la madre sino a che questa non regge più la situazione e s’ammazza. E in una cittadina a poca distanza tali fratelli Tiesti prima uccidono il loro fratellastro per ragioni d’interesse, poi uno dei due diventa l’amante della moglie dell’altro e l’altro, per vendicarsi, gli ammazza i figli, glieli fa alla griglia, e glieli dà da mangiare, e quello s’ingozza col suo Big Mac senza sapere che cosa manda giù.

Gesù, Gesù, dice il mio interlocutore, ma erano italiani o extracomunitari? No, gli spiego, ho barato un poco coi nomi e coi luoghi. Erano tutti greci, e le storie non le ho lette sui giornali, ma sul dizionario di mitologia. Il signor Pennini era Agamennone che sacrifica agli dei la figlia per avere successo con la spedizione di Troia, il giovane Egidi, che poi lo uccide, è Egisto, e la moglie fedifraga era Clitennestra, che viene poi ammazzata dal figlio Oreste. La signora Medi era Medea, il signor Croni  era Cronos, per i romani Saturno, il signor Lai era Laio ucciso da Edipo, e la moglie che commette incesto era Giocasta, e infine i fratelli Tiesti erano Tieste, che mangia i figli, e suo fratello Atreo. E questi sono i miti fondatori della nostra civiltà, mica soltanto le nozze di Cadmo e Armonia.

E’ che allora su queste storie si scriveva una tragedia o un poema ogni tanto, mentre oggi i giornali stanno attenti ad ogni fatto di sangue e ne riempiono due o tre pagine. Se calcola inoltre che oggi siamo sei miliardi mentre allora la popolazione del mondo conosciuto si limitava a qualche decina di milioni, fatte le debite proporzioni, si ammazzavano più allora che ai giorni nostri. Almeno nella vita di ogni giorno, guerre escluse. Ma forse Agamennone era persino peggio di Bush.

Umberto Eco

L'espresso, 14 giugnio 2008