giovedì 29 aprile 2010

Piccolo: ma cosa c' entra con noi di sinistra?

"Ma no, mi creda, non è stata una provocazione: sull' Unità, nella mia rubrica, ho scritto solo una misera, tragica verità". Provi a rispiegarla, Francesco Piccolo. "Allora, prendiamo Fini: ecco, io penso che la sua mossa sia rilevante e che avrà probabilmente conseguenze politiche assai importanti. Ma cosa c' entra Fini con la gente di sinistra? Perché, negli ultimi giorni, vedo e ascolto invece decine e decine di militanti parlare di Fini come se...".

Come se? Prosegua, coraggio. "Come se non avesse il percorso che conosciamo, e i valori di destra che sappiamo? Perché dobbiamo innamorarci di tutti e persino di uno come Bocchino che, beh, insomma, non ha esattamente il profilo politico di Fini? Il guaio è che invece di guardare a ciò che succede con interesse, noi di sinistra spesso facciamo un tifo scomposto". Fazioso, a volte miope. "Esatto. La speranza del tramonto di Berlusconi è talmente pressante che rende settari e intolleranti la maggior parte di noi. Alla fine ciò che conta è scagliarsi, aggredire...". A chi sta pensando? "Vuole dei nomi?". Sarebbe meglio. "Di Pietro. Se c' è uno che non è di sinistra, è lui: eppure tutti là, ad applaudirlo". Prosegua. "Grillo. Un maestro di populismo. Siamo andati a fargli festa nelle piazze mentre ci stava facendo perdere le elezioni... La verità è che a sinistra arruoliamo chiunque si dichiari antiberlusconiano. Giornalisti compresi". Giornalisti tipo? "Tipo Travaglio. Uno che non ha niente di sinistra, e come lui tanti, tanti altri...".

Un quadro sinistro. "Così infatti non facciamo più politica propositiva, ma sempre e solo di invettiva". Lei è stato lo sceneggiatore del film «Il Caimano», con cui Nanni Moretti spiegò chi era, per lui, Silvio Berlusconi. "Se sta sottilmente insinuando che anche noi fummo faziosi, sbaglia. Il film trattava Berlusconi molto seriamente, e non con la solita stupida ironia snob di certa sinistra". (Francesco Piccolo - 46 anni, che, oltre a scrivere per il cinema scrive anche libri - sulle prime ha lo stesso identico timbro di voce stridulo di Moretti: poi, però, prevale un filo di dialetto. "Sono di Caserta. Ha notato che ormai si trovano casertani ovunque? Siamo diventati come i cinesi").

Fabrizio Roncone,
Il corriere della Sera (27 aprile 2010)

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