mercoledì 27 gennaio 2010

Il lunedi negato a Ignazio Marino




L' episodio che ha coinvolto Ignazio Marino, il senatorechirurgo lascia uno strascico amaro. Riassumoi fatti: nella primavera del 2009 Marino, che ha continuato anche dopo il rientro dall' America ad operare, nel campo dei trapianti di fegato, riceve la visita del direttore generale del più grande ospedale di Bologna, il Sant' Orsola, Augusto Cavina, venuto appositamente a Roma per caldeggiare l' offerta a Marino di un contratto per eseguire i trapianti nella struttura bolognese. Marinoè ben contento, ha molti pazienti ed avere una collocazione stabile dove operare è importante. Ricevendo uno stipendio da parlamentare non vuole, però, alcun compenso dai malati, ma solo un rimborso spese dall' amministrazione di 2000 euro lordi per trapianto. La sua attività si svolgerà solo il lunedì, quando il Senato è chiuso. 

Dopo poco il contratto gli arriva con decorso dal 22 giugno. In quel periodo, con la proclamazione delle primarie Pd, matura in Marino l' idea di parteciparvi, nella illusione, più o meno motivata, di rappresentare, tra Bersani e Franceschini, quella società civile, a parole tanto corteggiata. Preso dagli adempimenti elettoralie dalla formazione della sua lista, trascura per qualche settimana di firmare il contratto, cosa che, peraltro fa a metà agosto, scusandosi per il ritardo. A questo punto, però, il direttore generale ci ripensa, scopre all' improvviso che deve ristrutturare le sale operatorie, che non c' è più posto neppure il lunedì, che Marino è meglio ripassi nel 2011. A questo punto Marino si preoccupa dei suoi malati di cancro al fegato che non possono attendere e cerca altri posti dove operare. A chi gli chiede cosa è successo, risponde: «I dirigenti sanitari emiliani hanno cambiato idea. Sul perché non ho una risposta». Risposta che viene da una inchiesta già in corso della procura di Bologna sulla sanità, dove emergono intercettazionia bizzeffe sul fatto che lo sgambettoa Marino sarebbe scattato come ritorsione alla sua decisione di candidarsi contro i due big emiliani, Bersani e Franceschini. Naturalmente ora tutti negano e si stracciano le vesti. È anche credibile che i due leader non ne sapessero nulla, ma in un contestoa forte controllo politico come l' Emilia, il potente e bravissimo assessore alla Sanità, Giovanni Bissoni, che aveva sponsorizzato la vicenda all' inizio, poteva ignorarne l' esito disdicevole? E perché non è intervenuto subito per scongiurarlo, quando sarebbe bastata una sua telefonata per far riaprire quella sala chirurgica il lunedì mattina? 

A pensar male si fa peccato ma si indovina, ed io penso tutto il male possibile su questa storia sulla base di una esperienza, la lunga battaglia perduta per impedire la discrezionalità degli assessori e dei direttori generali nelle nomine dei primari negli ospedali, snodo cruciale per allontanare la politica dalla gestione quotidiana della sanità pubblica. La proposta di un rigoroso concorso con classifica rigida su suggerimento del sottoscritto ad un seminario di Italianieuropei era stato approvato anche da Livia Turco, quando era ministro. Non se ne fece nulla proprio per l' opposizione, in primo luogo dell' assessore dell' Emilia, seguito da altri suoi colleghi. Ora, è vero che Bissoni, assieme all' assessore della Toscana (oggi candidato governatore) Rossi, vanta giustamente la migliore struttura sanitaria italiana, ma reputo sbagli a ritenere che questo dipenda da uno stretto controllo politico su tutto e su tutti. È stato un disastro che i migliori assessori si siano opposti a una riforma meritocratica. L' Italia non si fermaa Bologna e Firenze. Basta pensare a cosa è accaduto alla Sanità in altre regioni di sinistra, a partire da Puglia, Calabriae Campania. L' episodio Marino s' inserisce in questa atmosfera. P.S. Il senatore-chirurgo ha ora ripresentato una legge che introduce concorsi severi per la nomina dei primari. La Finocchiaroe 60 parlamentari l' hanno firmata. Bersani si è detto d' accordo. Speriamo sia la volta buona.


Mario Pirani, La Repubblica, 26 gennaio 2010

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